Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa aggravata ai danni dello Stato, auto – riciclaggio e trasferimento fraudolento di beni al fine di eludere la normativa antimafia in materia di prevenzione patrimoniale. Contestualmente le Fiamme Gialle stanno dando esecuzione al decreto di sequestro preventivo relativo a beni immobili (due a San Cesareo, uno a Palestrina) e società per un valore complessivo di circa 11 milioni di euro.
L’operazione – denominata “ TERZA ETÀ ”, in quanto uno dei settori di reinvestimento dei proventi illeciti dell’organizzazione criminale era rappresentato dalle “strutture protette per anziani”, trae origine da una pregressa attività investigativa che, nel settembre 2017, aveva portato alla cattura, tra gli altri, di un pregiudicato figlio dello storico cassiere della “Banda della Magliana”.
Nel corso di quelle indagini era emerso che un faccendiere di quest’ultimo, trovandosi in difficoltà economiche e dovendo restituire a terzi rilevanti somme di denaro, si era rivolto ad un congiunto, L. M., allo scopo di ottenere un prestito. Gli approfondimenti hanno poi delineato la caratura delinquenziale di questi e le sue importanti relazioni nel mondo criminale, evidenziando l’esistenza di un autonomo e strutturato sodalizio con numerosi altri affiliati.
Le attività investigative eseguite dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia economico – finanziaria della Capitale, sostanziatesi in intercettazioni, pedinamenti, appostamenti e meticolosi accertamenti economico – patrimoniali, hanno rivelato come la famiglia L. residente a san Cesareo, ma di origine campana (Mario e i figli Mauro e Gianluca), coadiuvata dagli indagati destinatari degli odierni provvedimenti di cattura, grazie alla disponibilità di ingentissimi capitali, fossero dediti a sistematiche e abusive operazioni di finanziamento nei confronti di un’ampia platea di soggetti, per lo più imprenditori in gravi difficoltà economiche, ricorrendo in alcuni casi a violenze o minacce onde ottenere la restituzione delle somme elargite o appropriandosi coattivamente di beni dei debitori a parziale storno dei crediti vantati.
Ad aggravare lo stato di sudditanza psicologica delle vittime contribuiva il profilo delinquenziale dei capi, L. M. ed il figlio M., entrambi di origine campana ma trapiantati nel comune di San Cesareo (RM) che sono stati indicati da alcuni collaboratori di giustizia come appartenenti, ovvero contigui, ad ambienti della criminalità organizzata partenopea. In particolare, L. M. è stato citato quale soggetto organico alla Nuova Famiglia, storico “cartello di famiglie della camorra” nato in contrapposizione alla Nuova Camorra Organizzata.
Il gruppo criminale reinvestiva sistematicamente i proventi delle attività delittuose in variegati settori dell’economia legale, ricorrendo anche a frodi fiscali quale fonte di finanziamento illecito: i finanzieri hanno infatti svelato il sistematico ricorso a compiacenti teste di legno, utilizzate per la gestione di imprese attive nel commercio di autovetture e nel settore delle strutture ricettive per anziani, sottoponendo a sequestro preventivo due “strutture protette”, riconducibili al pregiudicato L. M. e site a San Cesareo (RM), di cui una operativa e una destinata ad essere inaugurata a breve.