
Questa settimana desidero portare la riflessione su un aspetto poco praticato, del quale non si parla mai, e che invece costituisce uno dei patrimoni culturali più importanti e vitali del nostro territorio – le bande e i cori -, la cui valorizzazione può invece rappresentare un elemento distintivo del nostro modo di vivere.
Nei Castelli romani e Monti prenestini, in ogni comune c’è almeno una banda e un coro, che mantengono viva la cultura musicale con un impegno costante e una dedizione encomiabile. Dovrebbero trovare una maggiore attenzione da parte della società civile e dei responsabili politici, perché la musica dal vivo costituisce un elemento qualificante del nostro tessuto sociale e può sviluppare un effetto di contesto nella nostra capacità di accoglienza.
Ogni banda, ogni coro ha una storia propria, che si intreccia spesso con la storia della comunità locale, con repertori musicali, che esprimono il meglio della loro capacità e della loro bravura: un livello amatoriale di altissima qualità, affidato quasi sempre alle cure di maestri e direttori con una preparazione ed una cultura eccezionali. Le bande e i cori beneficiano della passione e della dedizione di tanti volontari, amatori della musica, che dedicano le loro capacità e il loro tempo a fare musica, preparando esibizioni capaci di competere a livello nazionale e, talvolta, internazionale.
Quasi sempre sono costituiti in associazioni, che mobilitano intorno a sé non solo chi la musica la fa, ma anche gli appassionati di musica e i cultori del territorio.
Non finiremo mai di ringraziarli per questa loro dedizione, per la loro perseveranza, per il loro lavoro silenzioso, che si vede solo quando della banda, o del coro, c’è bisogno per rallegrare la festa, perché siamo tutti convinti che senza musica la festa non c’è; o quando ricorrono le occasioni migliori: dai concerti di Santa Cecilia, ai concerti natalizi, come anche nelle circostanze più importanti.
E allora tutti a fare meraviglia perché, senza che nessuno se ne fosse accorto prima, cori e bande dei nostri comuni ci presentano repertori musicali di altissima qualità, eseguiti con una perizia tecnica ed una passione musicale, che ci lasciano strabiliati.
E a volte ci sorprendono con iniziative di scambio culturale-musicale, che mettono in relazione il nostro territorio con altre significative realtà, creando anche un flusso turistico positivo.
Eppure mancano del tutto, o quasi, iniziative di carattere collettivo capaci di far emergere a livello territoriale un patrimonio così importante e significativo. Occorre costruire una rete delle bande e dei cori per fare in modo che il loro lavoro sia valorizzato con iniziative che mettano in campo una massa critica consistente per dare visibilità al loro impegno e siano capaci di conseguire risultati di maggiore spessore.
Occorre che qualcuno, associazione o ente pubblico sovra comunale, si metta al servizio di un progetto di sistema per i cori e le bande: con le risorse umane e professionali disponibili, con la dedizione del volontariato delle singole associazioni, con poche risorse finanziarie aggiuntive, ma soprattutto con un progetto “politico” di qualità, si possono fare cose meravigliose.