Il nostro territorio ha maturato da tempo un modello di sistema per le attività bibliotecarie dei Comuni, fin da quando nel lontano 1994 trovò nascita il “Sistema bibliotecario dei Castelli Romani”, cui fece seguito alcuni anni dopo, nel 2002, il “Sistema bibliotecario prenestino”. Essi sono oggi due realtà consolidate, il primo gestito attraverso un consorzio, che ricomprende ben 16 Comuni dei Castelli Romani, dai 5 iniziali del 1994; il secondo promosso e gestito dalla Comunità montana dei Castelli Romani e Prenestini, che ricomprende 10 Comuni dell’area prenestina.
La gestione della biblioteca attraverso il sistema offre ai cittadini un servizio di qualità, in quanto permette di disporre di un patrimonio librario per la lettura, che moltiplica in termini quantitativi i fondi disponibili in ogni Comune con la messa in comune dei testi dell’intero sistema, i cui titoli sono consultabili on line e acquisibili direttamente nella biblioteca del proprio comune attraverso il prestito interbibliotecario.
Non solo: il sistema mette in relazione le biblioteche tra loro, le spinge a specializzarsi per materie, per offrire nel loro insieme ai cittadini un amplissimo spettro di volumi, con una qualificazione che in altro modo non sarebbe possibile. Si aggiunga poi che ogni sistema organizza in proprio altre e diverse attività culturali e di promozione alla lettura, che nessuna singola biblioteca comunale potrebbe realizzare da sola.
Dall’altro lato della medaglia vanno anche colti due aspetti non trascurabili: una significativa riduzione dei costi per singolo Comune per effetto dell’associazione nelle attività di gestione – personale e costi intermedi – un miglioramento della qualità del servizio per la formazione collettiva del personale, per la notevole capacità di innovazione di strumenti e metodi di lavoro.
Un impianto quindi assolutamente virtuoso, nel quale il nostro territorio ha fatto da apripista per l’accreditamento di un modello di qualità, che può essere replicato in tantissime altre realtà della nostra Regione. Sorprende invece che i piani settoriali della Regione in tema di cultura e biblioteche non pongano come obiettivo obbligatorio questo modello per singole aree e che non abbiano mai fatto lo sforzo di programmare, con la partecipazione da basso dei Comuni, dei territori, delle associazioni, un percorso di diffusione del modello in tutta la realtà regionale. Stupisce anzi che gli strumenti di aiuto finanziario regionale, invece di spingere verso la costituzione di sistemi stabili, continuino a permettere finanziamenti singoli o aggregazioni provvisorie per specifici progetti, attraverso arzigogolati meccanismi di selezione. Occorre che la Regione superi questo modello antico di aiuto finanziario a pioggia, o ad nutum, che comporta il livellamento in basso dei progetti e non valorizza lo sforzo di innovazione e di sistema, che spesso i territori mettono in campo anche in mancanza di una vision generale da parte della Regione.
Vorrei concludere questa riflessione con un pensiero di ringraziamento e di omaggio a coloro che hanno avuto la visione giusta per proiettare il nostro territorio così avanti. Oggi ci sembra quasi normale entrare nella biblioteca del nostro Comune e avere a disposizione milioni di volumi; appare del tutto ordinario poter consultare on line un catalogo enorme, eppure questo è stato possibile perché Bibliotecari comunali competenti e appassionati del loro lavoro e aperti all’innovazione e Amministratori comunali dalla visione politica aperta e lungimirante hanno saputo mettere in campo le iniziative giuste.