Controllo del vicinato: l’esempio dell’Esquilino

 

La rete delle iniziative di controllo del vicinato cresce in maniera esponenziale, soprattutto nelle province del nord. Il denominatore comune è dettato da un sempre più evidente bisogno di sicurezza.
La materia, proprio per i contenuti estremamente delicati, non può essere totalmente delegata alla tecnologia di cui, invece, deve diligentemente servirsi per non incorrere nel rischio di diffondere inutili allarmismi sociali.

 

Ed ecco che i social network assurgono al ruolo di strumenti utilissimi che possono però rivelarsi pericolosi. Il Presidente dell’Associazione Controllo del Vicinato Gianfrancesco Caccia li definisce “contesti in cui si corre fortemente il rischio di una eccessiva proliferazione di sfoghi ansiogeni da parte di soggetti che, il più delle volte, non si conoscono tra loro sul territorio e le cui segnalazioni sono, per la maggior parte, approssimative e non circostanziate”.

 

Se quindi i social possono rappresentare dei campi minati, la messaggistica di WhatsApp sta diventando, sempre di più, il mezzo utilizzato non solo per chattare tra amici, ma anche per consentire, ai cittadini, di contrastare eventuali abusi e infrazioni nel proprio territorio.

 

I residenti del quartiere Esquilino di Roma, ad esempio, si sono costituiti in un gruppo denominato “Rete Esquilino” che, oltre agli smartphone, attraverso i quali si scambiano informazioni da girare poi alle Forze dell’Ordine, si ritrovano ogni domenica mattina nei giardini di Piazza Vittorio per sorvegliare sul suo degrado e la criminalità.
Delle vere e proprie vedette, che stazionano all’ingresso dell’area verde le quali, munite del proprio cellulare, veicolano le informazioni sull’eventuale smercio di droga all’interno della stessa area.
Lo spaccio di droga pesa, sulla sicurezza dei residenti, come un macigno, tanto da indurli ad auto organizzarsi.

 

I membri di questo gruppo sono circa un centinaio: personaggi storici del quartiere stesso, che lamentano anche un sempre più dilagante degrado della zona, con interi prati cosparsi di cartoni di Tavernello e spazzatura ovunque, costituendo così una ulteriore aggravante rispetto ad una situazione già di per sé difficile.
Sono cittadini che vivono il proprio quartiere a 360 gradi, tant’è che non solo si ritrovano la domenica nei giardini, ma hanno anche organizzato due chat: una dedicata alle iniziative culturali e sportive, mentre l’altra, che hanno chiamato 112, dedicata alla segnalazione di atti criminali e situazioni di degrado.
Lo step successivo è quello di mettersi in contatto con le Forze dell’Ordine, con le quali hanno creato un canale di comunicazione perché il loro intento non è mai stato quello di fare ronde.

 

<<I ragazzini non vengono più a giocare a pallone perché rischiano che qualcuno rubi loro lo zainetto e- lamenta un membro del gruppo – e ci sono sbandati che fanno i bisogni per strada, anche nel mercato qui vicino succede di tutto. È un vero peccato, sembra che sia stato deciso di trasformare l’Esquilino in una zona franca, tutelando altri quartieri. La grande forza del rione è essere multi etnico: la scuola Di Donato è un esempio positivo di cui si dovrebbe parlare a livello nazionale. Con le varie associazioni delle comunità straniere abbiamo iniziato un dialogo importante, non ci fermeremo».

 

Insomma, l’impegno e la dedizione di questi cittadini è sicuramente degna di nota, come è altrettanto importante e necessaria la stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine perché, se così non fosse, il passo al “farsi giustizia da soli” sarebbe veramente breve!