L’emergenza abitativa romana è motivo di un disagio sociale radicato nel tempo, che alimenta stanchezza e sfiducia nei cittadini. Il coordinamento cittadino Lotta Per La Casa Roma, sceso in piazza il 18 marzo scorso, lamenta, a distanza di 9 mesi dall’insediamento, una totale indifferenza della giunta capitolina ed esprime un giudizio totalmente negativo sul suo operato.
Il corteo, partito da Piazza Vittorio, ha raggiunto il Campidoglio con l’intento di dare voce a quella parte della città sempre più penalizzata. <<In molti hanno dato fiducia al Movimento Cinque Stelle con la speranza che fosse in grado di dare un taglio netto alla gestione delle vecchie amministrazioni – ha dichiarato lo stesso coordinamento – ma questa stessa fiducia sta ormai vacillando e sono determinati a far valere i propri diritti>>.
Nelle periferie e, non solo, il desiderio di reagire si sta diffondendo sempre di più e la diffidenza sta prendendo il sopravvento.
<<L’amministrazione Raggi non solo non contrasta le misure che aggravano il disagio sociale, ma spesso le accompagna con interventi dettati dal ripristino della legalità – continua in un comunicato – così poco attenta alle legittime rivendicazioni sociali, culturali, educative e ambientali che si levano da più parti, da apparire solo come azioni dove prevale la burocrazia all’uso della ragione e del buon senso. In una situazione dove gli interlocutori istituzionali sembrano scomparsi e a dirimere i conflitti sociali è chiamata solo la forza pubblica, se non la magistratura, si inserisce anche la strumentale rincorsa a chi la spara più grossa contro i migranti o sulle cause del degrado delle periferie>>.
Il programma elettorale della sindaca pentastellata, nella parte relativa alla politica della casa, si impegna ad affrontare il problema dell’emergenza abitativa per dare risposte immediate ai cittadini e ripristinare una tempestiva risposta alle domande di alloggi popolari, attraverso un censimento del patrimonio capitolino rivolto a soddisfare le esigenze degli aventi diritto ed eliminare, definitivamente, le situazioni di privilegio.
Una proposta imperniata sulla legalità senza tralasciare il lato umano di situazioni che a volte rasentano la disperazione, come lei stessa afferma in una dichiarazione pochi giorni prima della sua nomina: <<Umanamente non possiamo rimanere sordi davanti al dramma di queste persone. Però, contemporaneamente, ci sono da anni migliaia di persone in lista d’attesa per un’assegnazione di una casa popolare>>.
Sono trascorsi circa nove mesi e i romani in occupazione o sotto sfratto sono tanti e alle parole <<Non faremo sgomberi coatti e aiuteremo gli occupanti a trovare una ricollocazione>>, non è seguito, finora, un risultato tangibile.