Domenica 26 marzo, alle 18, alla Casa Internazionale delle Donne, in via della Lungara 19, va in scena lo spettacolo Herbarie, le chiamavano streghe. L’opera è il frutto di un lungo lavoro di ricerca storica e antropologica, e la rappresentazione racconta fatti e vicende che hanno visto protagoniste donne (vedove, guaritrici, herbarie, ostetriche), definite “sagge” dalla gente del popolo e “streghe” o “ciarlatane” dalle autorità laiche e cattoliche.
Tra il XIV e il XVII secolo, sono state uccise in Europa circa 50mila eretiche accusate di stregonerie varie, tra cui sortilegi, malefici, fatture. Per centinaia di anni le Herbarie sono state medici senza laurea, escluse dai libri e dalla scienza ufficiale: apprendevano le loro conoscenze reciprocamente, trasmettendosi le loro esperienze da vicina a vicina e da madre a figlia, ottenendo loro malgrado accuse e maldicenze come quelle di rapporti con le forze oscure e infernali.
Quattro secoli di processi, torture, roghi che hanno ispirato le donne della Compagnia di teatro civile Anemofilia ed in particolare la drammaturga, Silvia Pietrovanni, già vincitrice del premio Borrello/Etica in atto nel 2010, omaggiata al Salone del Libro di Torino con il Primo Premio InediTo 2014 e vincitrice della la terza edizione del premio “Streghe di Montecchio”.
Sul palco le attrici Rossella Barrucci, Valentina Conti, Giambattista Martino e Manuela Tufariello portano in scena il testo di Silvia Pietrovanni, accompagnate dalle musiche dal vivo del Quinto Quarto Trio. I costumi sono di Francesca Rizzello.
Lo spettacolo è preceduto alle 17 dalla presentazione del libro Medichesse di Erika Maderna, Aboca edizioni.
L’ingresso è libero (a sottoscrizione)
Casa Internazionale delle Donne
via della Lungara, 19
Info: www.anemofilia.it, tel. 06 6840 1720