
È da tempo che si parla, nel contesto capitolino, del “Progetto Inclusione Rom”, finalizzato alla chiusura degli stessi campi. Ed è arrivato il momento che lo stesso progetto non sia solo teoria, ma venga messo in atto. Infatti la giunta capitolina ha approvato una delibera finalizzata a ribaltare completamente l’approccio assistenzialistico finora dimostrato, nella consapevolezza che il superamento dei campi rom rimuoverebbe l’isolamento e la ghettizzazione che imperversano in alcune zone della città. Ripristinando così la legalità, i cittadini possono tornare a vantare stessi diritti e stessi doveri.
Il piano partirà dai campi “La Barbuta” e “La Monachina” con l’utilizzo di fondi europei. Tutto ciò è stato annunciato durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato la sindaca Virginia Raggi, l’assessore alla Persona, Scuola e Comunità Solidale Laura Baldassarre e il Presidente della Commissione Capitolina Politiche Sociali e Salute Maria Agnese Catini.
Per la prima volta, con i fondi europei verrà adottato un approccio sistemico incentrato su un’accurata rilevazione dei dati garantendo, inoltre, il ritiro di tutti i bandi coinvolti in Mafia Capitale che hanno causato gravi disagi sia per chi vive nei campi che alle popolazioni delle zone limitrofe. Nessuna risorsa verrà sottratta alla cittadinanza, ma saranno utilizzati solo fondi europei che, in caso di mancato utilizzo, andrebbero persi.
Gli elementi chiave del progetto sono quattro: scolarizzazione, occupazione, salute e abitazione. Per il raggiungimento di questi obiettivi, è necessario che vengano coinvolte tutte le istituzioni di competenza sulla base dei dati finora acquisiti attraverso il censimento realizzato dalla Polizia Locale, che ha denunciato la presenza di 4.500 persone.
Per ognuno di loro verrà approntato un piano di emergenza individuale di intervento, accompagnato dalla sottoscrizione del patto di responsabilità con Roma Capitale da parte del capofamiglia, la cui inosservanza comporterà la sospensione delle misure previste dal piano. Il Patto definisce diritti, doveri e competenze dei sottoscrittori e prevede, inoltre, il coinvolgimento attivo nella definizione dei percorsi di inclusione sociale, trasparenza delle procedure e legalità dei comportamenti.
Il processo di scolarizzazione prevede una fase di pre-scolarizzazione e scolarizzazione, promuovendo l’accesso alle scuole di ogni ordine e grado. Il piano occupazionale contribuirà ad abbattere il tasso di criminalità e a contrastare la possibilità di lavoro nero.
In collaborazione con l’Inps, l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza si potranno individuare i soggetti autosufficienti e che quindi non hanno bisogno di sostegno pubblico. A tutti gli altri saranno destinati interventi di supporto finanziati dall’Unione Europea.
Infine, per quanto riguarda la salute, si adotteranno misure finalizzate alla prevenzione e si forniranno le informazioni necessarie sul diritto alla salute e le modalità di accesso e fruizione dei servizi. Tutte queste azioni saranno avviate sui primi due campi che verranno smantellati mediante l’utilizzo di 3,8 milioni di fondi europei.