Inaugurata lo scorso 9 aprile, presso lo Spazio Risonanze dell’Auditorium Parco della Musica a Roma ed alla presenza del capo della Polizia Franco Gabrielli, la mostra fotografica “Frammenti di storia. L’Italia attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della Polizia Scientifica”.
La mostra, stata presentata dal direttore centrale Anticrimine Vittorio Rizzi e dall’editorialista del quotidiano “Il Messaggero” Paolo Graldi, sarà aperta fino al 14 aprile, ogni giorno dalle 11.00 alle 21.00. L’esposizione vuole ripercorrere alcuni dei momenti più drammatici e significativi della storia del Novecento e dell’inizio del nuovo Millennio, attraverso il lavoro ultracentenario della Polizia scientifica.
Nello spazio espositivo troviamo in mostra immagini esclusive relative a fatti che hanno segnato la storia del nostro Paese: l’arresto di Sandro Pertini, il futuro presidente della Repubblica, fermato dai fascisti, l’omicidio di Giacomo Matteotti avvenuto nel 1924, e poi, risalendo la corrente del tempo, il mostro di Firenze, le stragi di mafia e quelle dell’eversione nera.
<<Un’occasione per rivivere o avvicinarsi per la prima volta a episodi – spiega la Comunicazione della Polizia di Stato – a volte drammatici della realtà italiana permettendoci di comprendere meglio la società passata e di costruire in modo migliore quella che sarà>>.
Importante la sottolineatura, del capo della Polizia, nel suo intervento: <<La Mostra restituisce alla memoria un pezzo fondamentale di un’eccellenza della nostra amministrazione. La Polizia scientifica affonda le sue radici all’inizio del secolo scorso e, nonostante le nuove tecnologie, devo dire un grazie alla passione e alla dedizione degli uomini e delle donne della Polizia scientifica che fanno l’elemento decisivo nelle indagini>>.
<<Tecnologie e strumenti sono importanti imprescindibili per un’amministrazione che guarda al futuro. Ma quello che fa la differenza sono le professionalità e la passione dei nostri uomini e delle nostre donne. Molte indagini sono state risolte e tanti colpevoli individuati perché dietro alla tecnologia e alle prove scientifiche c’è stata una intuizione di un poliziotto ha sottolineato il capo della Polizia. Ai tempi di internet e del villaggio globale è dunque fondamentale dotarsi di mezzi all’avanguardia ma l’elemento decisivo – ha concluso il prefetto Gabrielli – resta quello umano>>.
<<Oggi – ha spiegato il direttore della Direzione centrale anticrimine Vittorio Rizzi – la Polizia scientifica ha un archivio di 16 milioni di cartellini fotodattiloscopici. Vi lavorano 3mila persone, di cui 84 scienziati, con 70 laboratori, 14 gabinetti regionali, e strumenti all’avanguardia che consentono ad esempio di ricostruire in 3d la scena del crimine o effettuare la comparazione dei volti>>.
La mostra fa parte degli eventi legati alle celebrazioni del 166° Anniversario della Fondazione della Polizia che si svolgeranno il 10 aprile in tutte le città d’Italia.