
Chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione della
Serva di Dio Madre Carla Borgheri.
Il rito si terrà sabato 26 aprile 2025, alle ore 11.00,
nella Cattedrale di San Pietro a Frascati e
sarà presieduto da S.E. Vescovo Stefano Russo
Sabato 26 aprile 2025, alle ore 11.00, nella Cattedrale di San Pietro a Frascati, si terrà la Sessione di Chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e i segni attribuiti alla Serva di Dio Madre Carla Borgheri, Fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione. Il rito avrà luogo al termine della Celebrazione Eucaristica e sarà presieduto dal Vescovo Stefano Russo.
Il Tribunale ecclesiastico che ha condotto l’Inchiesta diocesana a Frascati è composto da monsignor Orlando Raggi, delegato episcopale, subentrato dopo la scomparsa improvvisa di padre Luigi Secchi, religioso Camilliano; da don Jude Chukwuma, promotore di giustizia; da Federica Branca, notaio; e da Marco Capri, notaio aggiunto. Il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è il dottor Waldery Hilgeman.
Tutti gli atti processuali, redatti in doppia copia conforme e racchiusi in contenitori sigillati, saranno affidati a suor Loreda Spagnolo, nominato portitore, con il compito di consegnarli al Dicastero delle Cause dei Santi.
Carla Borgheri, al secolo Cleo, nata a Novi Ligure (Alessandria) il 17 febbraio 1922, fu battezzata con i nomi di Annunziata Nada il 24 marzo 1922. A dodici anni si ammalò di tubercolosi e fu ricoverata all’ospedale di Careggi a Firenze. Durante il periodo di degenza amava sostare da sola nella cappella dell’ospedale.
Nel 1944, a 22 anni, Nada fu nuovamente colpita dalla tubercolosi e venne ricoverata all’ospedale Forlanini di Roma. Durante la sua permanenza in ospedale, la provvidenza le fece incontrare un cappellano Camilliano, padre Orfeo Romani, che sarebbe diventato suo direttore spirituale e figura determinante per la svolta della sua vita. Il 21 gennaio 1948 si iscrisse all’Azione Cattolica, segnando così una tappa proficua per il suo cammino spirituale.
Nel suo cuore si fece strada il desiderio di donare la sua vita a Dio, a servizio dei fratelli. Il 13 novembre 1951 per la prima volta fece voto privato di consacrarsi a Dio.
Nello stesso anno un’amica che conobbe in Sanatorio le fece conoscere le Ancelle dell’Incarnazione, un Istituto nascente formato da ragazze precedentemente affette da tubercolosi. Nada, prendendo il nome di Carla, trascorse con loro alcuni anni, ma Dio pian piano la condusse a comprendere il vero progetto su di lei. Dopo due anni di discernimento, nel 1961, decise di tornare nel mondo.
Nel frattempo, alcune giovani colpite dallo stile di vita evangelico, si avvicinarono a lei proponendole di iniziare una vita comune. Il 29 giugno 1961 si costituì il primo nucleo delle Missionarie dell’Incarnazione. Ben presto a questo si aggregarono altre giovani, e il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Sorella Carla e le prime compagne si stabilirono nella loro casa di Vermicino (Frascati) a pochi chilometri da Roma. Il parroco di Vermicino don Francesco Terribili, notato lo zelo di questo gruppo di donne, incoraggiò sorella Carla a presentarsi dal Vescovo di Frascati, Mons. Luigi Liverzani, che l’accolse benevolmente.
Dopo quel primo incontro egli divenne loro sostenitore, concedendo il 6 giugno 1965 l’approvazione a Pia Associazione laicale. Il 15 agosto 1979 decretò l’erezione canonica a Istituto religioso di diritto diocesano. Il 19 marzo 1988 S. Giovanni Paolo II concesse l’approvazione a Istituto di diritto pontificio.
Ben presto lo zelo missionario e l’amore per il prossimo portò Madre Carla in diverse parti del mondo, fondando diverse opere caritative: in India (1975), in Costa d’Avorio (1997), in Albania (2000). Nel 1994 in India, fondò i Padri Missionari dell’Incarnazione, approvati come Associazione Clericale Pubblica di Fedeli di diritto diocesano.
Nell’agosto del 2001 durante il quale il II Capitolo Generale, Madre Carla, pur essendo Fondatrice, preferì lasciare la guida della Congregazione alle sue figlie.
Il 20 settembre 2006, circondata dall’amore dei suoi figli e figlie spirituali, Madre Carla emise il suo ultimo respiro durante la recita dell’Angelus Domini alle parole “Et Verbum caro factum est”.