“Gioia Tauro ai Castelli”, questo il nome dell’operazione della Polizia di Stato, con la quale sono stati colpiti alcuni interessi della ‘Ndrangheta ai Castelli Romani. Qui, nello specifico a Rocca di Papa, sono state sequestrate le quote di una società e l’intero patrimonio di una ditta individuale, entrambe con sede proprio nella cittadina castellana.
Nell’ambito della stessa operazione sono stati sequestrati anche alcuni immobili nel comune di Gioia Tauro (Reggio Calabria), il tutto, per un valore di circa 4 milioni di euro. L’attività investigativa ha portato all’arresto di quattro persone, mentre risulta tuttora indagata in stato di libertà una quinta persona.
“L’accusa, nei confronti degli arrestati, è trasferimento fraudolento di valori in concorso, finalizzato ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali. L’indagine, svolta dalla sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Roma e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale, ha consentito di ricostruire una serie di interposizioni fittizie di beni direttamente riconducibili al leader del gruppo e realizzate in concorso con il figlio, la moglie, il cognato e la nuora”.
Gli investigatori hanno ricostruito e analizzato le circostanze che hanno caratterizzato l’ascesa imprenditoriale di quello che era un vero e proprio imprenditore occulto, un pregiudicato già noto alle Forze dell’ordine per essere legato da sempre alla ‘Ndrangheta, con legami, anche di sangue, con le cosche Piromalli e, soprattutto, Molè, di cui era, sin dagli anni ’80, imprenditore di riferimento.