Si stanno moltiplicando finalmente le iniziative che promuovono la realizzazione di piste ciclabili nel nostro territorio. Qualche giorno fa un carissimo amico di Grottaferrata mi ha telefonato a nome di un comitato promotore della tratta Grottaferrata-Frascati. Mentre sembrano di una certa consistenza le iniziative del versante dell’Appia (Albano, Ariccia, Genzano).
Ai Castelli Romani le piste ciclabili non possono essere solo il sogno di pochi appassionati, né possiamo considerarle alla stregua di desideri costosi degli amanti della bici, che oggi ingombrano le strade soprattutto nei giorni di fine settimana. Per un territorio che ambisce a diventare destinazione turistica d’eccellenza le piste ciclabili devono essere uno dei presupposti infrastrutturali per cui sia desiderabile venire da noi: piste ciclabili da strada e percorsi ciclabili di campagna, insieme con gli altri punti di forza (paesaggio, archeologia, monumenti, folklore, enogastronomia), possono costituire davvero un elemento di distinzione, che permette di scegliere questa destinazione invece di altre.
E allora ecco il punto. I Castelli Romani devono considerare la rete infrastrutturale ciclabile come una necessità, come una priorità, e mettere in campo tutte le iniziative possibili per fare in modo che il nostro territorio sia percorribile in bicicletta su piste dedicate, senza correre il rischio di finire investiti da autisti impazienti, che non concepiscono i tempi lenti del ciclista.
Occorre agire su due versanti:
• la ciclabilità stradale (per amatori e per migliorare la mobilità interna riducendo l’inquinamento), che colleghi tutti i nostri comuni: un anello esterno da Frascati a Velletri, via Grottaferrata, Marino, Castelgandolfo, Albano, Ariccia, Genzano, che ritorna a Frascati nella tratta Velletri, via Lariano, Rocca Priora, Montecompatri, Monteporzio; un anello interno lungo la Tuscolana, pratoni del Vivaro, via dei Laghi, Via delle Barrozze, Squarciarelli.
• La ciclabilità di campagna (per appassionati di mountain bike), che ripercorrendo anche antichi sentieri accrediti il nostro territorio come uno dei più vivibili.
Un’idea che ha bisogno di un progetto unitario, da attuare anche per singoli stralci da soggetti diversi: Parco, Comunità montana, comuni. Ma la progettazione unitaria appartiene alla Città metropolitana, che serve proprio a questo scopo: programmare infrastrutture di area vasta. Proviamo a bussare alla sua porta e speriamo che qualcuno risponda.
Ma prima di tutto occorre la consapevolezza del territorio, dei comuni, degli Amministratori su un presupposto essenziale: meno automobili e più biciclette. La ciclabilità può diventare perciò una strategia infrastrutturale per cambiare radicalmente il modo di vivere i Castelli Romani: noi ci abitueremo a spostamenti interni più slow, più rispettosi dell’ambiente e degli spazi urbani (oggi i mezzi a pedalata assistita permettono a tutti di muoversi in bici senza la proverbiale fatica del ciclista); gli ospiti potranno apprezzare un territorio più vivibile, più godibile, nel quale trascorrere una vacanza all’insegna del buon vivere, come l’hanno descritta gli scrittori e poeti del “grand tour”.