Pagnozzi e quella voglia di lasciare un’impronta

 

Avellinese di nascita, 69enne e dirigente di lungo corso. Laureato in Scienze politiche, Raffaele Pagnozzi ha lavorato prima nel settore dell’informazione (carta stampata) e poi della comunicazione, legandosi fortemente a Franco Carraro dal 1987, prima al Ministero del turismo e spettacolo, e dopo al Campidoglio. Già segretario generale del Coni (dal 1993) e amministratore delegato della Coni Servizi spa (dal 2002), dal 1994 al 2012 ebbe l’incarico di capo missione della squadra italiana ai Giochi olimpici (anche invernali). È stato giornalista come dicevamo, capo della segreteria del ministro per il Turismo e lo spettacolo, commissario straordinario della Figc, ma anche un valente sportivo, nella vela nella classe J24, dove è stato anche vice campione del mondo.

 
Una vita di successi, in continua crescita, con una grande e dolorosa sconfitta, quella del febbraio 2013, quando la sua elezione a presidente del Coni pareva scontata, e fu sconfitto invece da Giovanni Malagò (35 voti a 40, una scheda nulla): <<Pagnozzi ha pagato la troppa sicurezza e un pizzico di presunzione: era convinto che sarebbe stato facile, come se si trattasse di una successione dinastica (50 a 26, davano le trionfali proiezioni del suo staff). Così non è stato, in molti lo hanno tradito (almeno 15)>>, (Fulvio Bianchi) [Rep 20/2/2013].

 

Arriva oggi una nuova sfida, quella elettorale per il sindaco di Frascati, città che adottò il buon Lello molti anni fa, dove sono nati e cresciuti i suoi figli, ed alla quale si sente sempre inevitabilmente legato. Da qui partiamo, chiedendogli:
Dopo una carriera come la sua, perché questa nuova sfida? <<Diverse persone impegnate politicamente a Frascati e cittadini che mi conoscono e con i quali ho rapporti di amicizia, sapendo della mia disponibilità dopo aver concluso il mio percorso manageriale al CONI, mi hanno chiesto di mettere a disposizione di Frascati il mio tempo, la mia esperienza professionale e le mie competenze amministrative. Ci ho pensato un po’ e poi l’amore per Frascati e il piacere e l’attitudine ad accettare le sfide mi hanno convinto. E ora sono qui, pronto>>.

 

Nel caso di elezione, sarà un sindaco presente e presenzialista, considerando gli altri suoi impegni istituzionali? <<Quando prendo un impegno lo porto fino in fondo. Ho accettato di candidarmi perché so che potrò essere presente e anzi, mi dedicherò a tempo pieno alla città. I miei attuali impegni riguardano solo la mia carica internazionale, che occupa il mio tempo con scadenze molto diradate e assolutamente gestibili>>.

 

Gli attuali incarichi in ambito Comitato Olimpico Europeo, nella Fondazione universitaria Foro Italico ecc, rappresentano delle opportunità o degli ostacoli per il Pagnozzi sindaco? <<Questi incarichi rappresentano sicuramente delle grandi opportunità perché offrono importanti occasioni utili anche all’amministrazione comunale.Come Comitato olimpico europeo abbiamo un ufficio olimpico a Bruxelles che lavora a stretto contatto con l’Unione Europea. Per quanto riguarda invece l’Università, lo Iusm è sempre stato un punto di riferimento per atleti, sportivi e insegnanti frascatani che sono passati e che passeranno nelle sue aule. Tutto questo non può che considerarsi un valore aggiunto>>.

 

Come immagina l’eventuale primo giorno da Sindaco di Frascati? <<Come un primo giorno lavorativo in un ambiente nuovo, che comporterà il saluto e la conoscenza diretta con tutti i dipendenti del Comune per ascoltare da loro indicazioni e consigli>>.

 

Nel periodo di crisi prolungata, con la morsa della Spending review e della Parità di Bilancio, il peso gravoso del debito comunale, quale visione di città ha Pagnozzi per restituire dignità, immagine e decoro alla città? <<Come abbiamo scritto nel nostro programma, Frascati rappresenta una grande risorsa tutta da valorizzare, come è possibile e doveroso attingere alle ingenti risorse comunitarie, nazionali e regionali. L’impegno che ho preso con i cittadini è che cercheremo risorse economiche ovunque tranne nelle loro tasche>>.

 

Quali sono i suoi più bei ricordi legati alla città? <<Sono arrivato a Frascati all’età di 3 anni e tra i numerosi ricordi della città, uno dei primi, è quello dello spettacolo di Luci Suoni e Acqua alla Fontana del Maderno di Villa Torlonia: una meraviglia che non dimenticherò mai. Poi come non pensare agli anni di militanza nel rugby Frascati e alle tante amicizie nate sui campi da gioco, alle passeggiate con i miei, al profumo del pane caldo nei vicoli, al periodo della vendemmia…>>.

 

Da quando è giunto a Frascati, come l’ha vista cambiare nel bene e nel male nel corso degli anni? <<Credo che affrontare questo discorso nel dettaglio richiederebbe un lungo approfondimento. Sinteticamente posso dire che come sempre avviene, il cambiamento porta con sé aspetti positivi e aspetti negativi. Probabilmente oggi sembrano più evidenti questi ultimi, soprattutto se consideriamo il decoro urbano, l’aumento del traffico e della presenza di automobili, le condizioni di vita nelle aree più periferiche. È anche vero però che Frascati, ed è da qui che dobbiamo ripartire, ha conservato amore per la sua identità e le sue origini>>.

 

Chi conosce degli altri candidati sindaci e che opinione ne ha? <<Non ho una conoscenza e una frequentazione personale con gli altri candidati, che comunque rispetto sia come concittadini che come avversari di una competizione elettorale. Per indole sono portato a concentrarmi su ciò che io posso fare quando affronto un nuovo progetto o una nuova sfida. In questo caso specifico seguo le ragioni e le motivazioni della mia candidatura>>.

 

Si sente di fare una promessa agli elettori? <<Mi impegnerò affinché alla fine del mio mandato Frascati e i frascatani vedano concretamente un segno positivo e concreto del mio essere stato Sindaco. Ho la ferma intenzione di lasciare a Frascati un’opera importante>>.