A pochi giorni dal primo anniversario della presentazione del “Piano di Superamento dei Campi Rom” della Capitale, le polemiche sul suo ineluttabile “flop” continuano ad essere sempre più accese.
Il Piano, come più volte conclamato, prevedeva la chiusura di tre insediamenti Camping River, Barbuta e Monachina. Ad oggi nulla di fatto e la baraccopoli di Via della Tenuta Piccirilli che doveva fare da apri pista è ancora lì con i suoi 400 inquilini, i quali, nel frattempo, si sono trasformati in abusivi e vivono in condizioni fuori dai canoni abitativi. Una ricollocazione dei nomadi che di fatto non è mai decollata, tra rimpatri assistiti e ipotetici affitti per i quali nessun locatore si è mai esposto.
Ma il Campidoglio ha sfoderato, negli ultimi giorni, un ulteriore asso della manica: il bonus a chi vorrà ospitare gli sfollati del Camping River. Una sorta di contributo economico da erogare alle famiglie romane ospitanti che decideranno di aprire le porte di casa a singole persone o piccoli nuclei familiari che versano in condizioni di particolare fragilità.
Le reazioni dei romani, alla notizia, non sono state confortanti ma emblematico, a nostro avviso, è stato un commento in particolare che, tra tutti, ha saputo leggere, tra le righe, l’essenza della presunta assurdità di questo nuova misura ““Il volontariato non si impone e soprattutto non si paga”.
E mentre l’attenzione dell’opinione pubblica è concentrata su questa nuova idea capitolina, l’Associazione 21 luglio si sta preparando per un incontro che si terrà i 31 maggio p.v., alle ore 11 presso la Sala del Carroccio, che avrà per tema “Il Piano di Carta – Monitoraggio a un anno dal “Piano Rom” del Comune di Roma”.
A dodici mesi dalla pubblicazione del Piano, la realtà associazionista si interroga sulle azioni che sono state implementate e sul reale impatto che, le stesse, hanno avuto sulle famiglie all’interno dei campi.
L’iniziativa è scaturita in seguito all’appello lanciato dal CERD (Comitato per l’eliminazione della discriminazione razziale delle Nazioni Unite) che ha inviato, lo scorso 17 maggio al Governo italiano, un’accorata lettera in cui paventa tutta la sua preoccupazione riguardo la condizione dei rom e sinti in Italia, denunciando l’assenza di dati ufficiali relativamente a queste popolazioni.
Sulla base di una serie di considerazioni inerenti discorsi e crimini d’odio, atti razzisti e discriminazioni, il CERD, nel paragrafo 22 della relazione, fa notare alle istituzioni italiane una “mancanza di informazioni puntuali” e manifesta la sua preoccupazione per l’assenza di segnalazioni sulla continuità o no degli sgomberi forzati negli insediamenti; le informazioni sufficienti riguardo l’implementazione della desegregazione abitativa e altre misure concrete messe in atto per assicurare condizioni abitative adeguate per rom, Sinti e Caminanti. La Commissione richiede che gli Stati parte forniscano informazioni dettagliate a riguardo nel prossimo report.
Ed è per questo che l’associazione 21 luglio, vista l’assenza di una reportistica ufficiale, vuole offrire il suo contributo con la presentazione di un rapporto dettagliato di monitoraggio sulle baraccopoli romane, che verrà sviscerato proprio durante l’incontro in programmazione.