Attività di volontariato per i richiedenti asilo presenti a Roma. Eccola, finalmente, una delle possibili vie alternative al bivacco cui sono relegati moltissimi degli rifugiati richiedenti asilo giunti negli ultimi anni in Italia. Al via un Protocollo d’intesa tra Roma Capitale e la Prefettura che consentirà a costoro di svolgere attività di volontariato.
“L’accordo, della durata di un anno, nasce con l’obiettivo – dicono da Roma Capitale – di favorire un migliore inserimento nel contesto sociale, promuovendo l’integrazione, una coscienza della partecipazione e il senso civico. Verrà istituito un tavolo tecnico di coordinamento, presso la Prefettura, aperto alla eventuale presenza dei soggetti coinvolti, per curare il monitoraggio, la progettazione delle iniziative a sostegno delle finalità sociali, il dialogo e lo scambio di informazioni, nonché la promozione di strategie d’intervento congiunte e di buone prassi”.
Le attività, secondo il protocollo, potranno essere svolte dai cittadini stranieri che
abbiano presentato istanza per il riconoscimento della protezione internazionale presso la competente Commissione Territoriale e siano in attesa dell’esito, oppure siano in attesa della definizione del ricorso in caso di impugnativa della decisione negativa della citata Commissione. Ma anche a colo che abbiano espresso la volontà di mettere a disposizione della collettività prestazioni di natura libera, volontaria e gratuita, individualmente o in gruppi, per il perseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale non lucrative indicate da Roma Capitale.
Il percorso sarà sviluppato da Roma Capitale in sinergia con i Municipi e con le associazioni di volontariato iscritte negli albi ufficiali. La cabina di regia del processo sarà affidata al Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute.
Cosa avranno in cambio i volontari? La formazione necessaria affinché possano attendere alle attività previste; ovviamente la dotazione degli strumenti e delle attrezzature di protezione individuale necessarie per lo svolgimento delle attività di volontariato in totale sicurezza e al fine di ridurre al minimo ogni genere di rischio per la propria e per l’altrui incolumità durante lo svolgimento delle attività previste; la dotazione di idonei strumenti di riconoscimento, ove obbligatori, dimostranti l’impiego in attività di volontariato/utilità sociale. Ma, tra le altre cose, anche la copertura assicurativa per la responsabilità civile verso terzi e contro gli infortuni;
“Il processo di inclusione che deve accompagnare i richiedenti asilo inizia da qui: lavorare per il bene della comunità ospitante, conoscere i luoghi, i tempi, le persone, gli usi. Roma accoglie chi la accoglie e cura chi la cura”, ha voluto spiegare la sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi.
Come non essere d’accordo con lei. Siamo solo curiosi di conoscere i numeri dell’iniziativa, sperando che raccolga il consenso di quanti più richiedenti asilo possibile.